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L'estetica, alla sua nascita, nel Settecento, ha svolto una produttiva funzione sociale alimentando l'idea di progresso e di civilizzazione. Tuttavia, proprio al suo interno si sono sviluppate direzioni del sentire in contrasto con il ruolo propulsivo che essa aveva avuto, forme di degrado etico e di inarrestabile decivilizzazione. L'affermarsi di un sentire intimistico ha favorito il sorgere del tipo umano neo-cinico il quale non ha nessun rapporto con la società. Il suo unico fine, supportato dal suo narcisismo, è la rincorsa spasmodica al godimento individuale. L'oggetto del piacere è conquistato e distrutto continuamente, circolo vizioso che conduce all'anedonia, all'incapacità a provare piacere. Da qui la sua irrequietezza e un senso profondo di oscura insoddisfazione.